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Venerdì pomeriggio (38°C), si parte: direzione Valle d’Aosta. In macchina oltre a una montagna di bagagli ci stiamo anche Fede, Cristina e io.

Tempo previsto: 2h07min usando l’autostrada (dovevamo arrivare al campeggio per le 20)

Arrivati in valle si comincia a vedere la Dora: bella marrone, il livello sembra buono, ma non è la nostra meta, continuiamo a salire.

dalla strada si comincia a vedere qualcosa: acqua grigia, gole, rumore di rapide. Più volte durante il tragitto ci fermiamo a cercare di vedere qualcosa del fiume ma si vede ben poco, almeno fino al Ponte, dove in tutta la sua cattiveria appare, eccolo lì: il Grand Eyvia.

Ci fermiamo a guardare la rapida a monte del ponte. sono le 19.30 e l’acqua è marrone, il fiume nella sua strettezza ci pare enorme, buchi ovunque (e non buchetti), una pendenza ragguardevole e l’acqua che corre “abbestia”.

La discesa l’avremmo fatta l’indomani, a quel punto ci dirigiamo al campeggio, senza mai togliere gli occhi dal Grand Eyvia prima, dall’ Urtier poi.

La prima notte non dormo per niente: ansia? eccitazione? forse solo colpa del terreno non troppo confortevole per dormire senza materassino.

Mattino del Sabato: freddo porco (relativo, in realtà c’erano 16°C) sveglia presto, dopo colazione ci dirigiamo a vedere le cascate dell’urtier.

Nicholas e Fabio non arrivano prima delle 10, quindi abbiamo tutto il tempo di vederle e fare qualche foto.

Al loro arrivo andiamo a fare scouting nelle golette, il passaggio con la galleria non si vede, nessuno le conosce, ci imbarchiamo al campo sportivo a Epinel.

Alle ore 11.30 ci imbarchiamo:il livello è sensibilmente più basso della sera prima: meglio così, nessuno conosce il fiume.

La prima impressione è di sentirsi un pirla: dopo un bel po’ che non andavamo in fiume imbarcarsi nel volume (prima volta per me) ci fa sentire lenti e in balia della corrente, per fortuna arrivatial ponte, dove il fiume diventa più difficile ci siamo abbastanza abituati.

Cambia storia: se prima eravamo scesi a vista veloci e (più o meno) agili, adesso ci fermiamo ogni rapida, studiamo ogni passaggio, ci prepariamo mentalmente ogni linea.

dopo alcune rapide eccoci arrivare a uno dei passaggi clou: il Reutaplaz. Sticazzi, fa impressione davvero. Lo ispezioniamo per bene, poi uno a uno lo facciamo: tutto bene, Fabio viene tenuto da un buchetto e si ribalta sul primo dislivello ma la situazione i risolve bene con un eskimo.

Si va giù, io pianto un eskimo delle balle in una morta traditrice, poi si scende a ispezionare il secondo passaggio clou: slide+buco da paura.

Ci mettiamo in sicura e, un po’ cagandoci sotto lo facciamo: Fabio trasborda e Fede e Nicho non sono sicuri di volerlo fare: mi tocca scendere per primo.

Lo facciamo bene tutti e tre, siamo arrivati allo sbarco. (3h)

Recuperiamo Cristina che era andata a camminare e ci raggiungono anche Paolo e Barbara, andiamo a mangiare tutti insieme.

Fabio e Nicho tornano a casa, noi altri invece facciamo una passeggiata sul valnontey: ottima occasione per fare scoutig, dopo di chea cenare a Lillaz, dove troviamo con piacere un gruppo che suona.

Notte del sabato dormo come un sasso: la tensione si è allentata.

domenica mattia decidiamo di scendere ancora il Grand Eyvia, sempre da Epinel, il livello è un pelo più basso del giorno prima

Questa volta la storia cambia: Io e Fede, grazie all’esperienza fatta il giorno prima cavalchiamo le linee e andiamo giù spediti: Paolo fatica a starci dietro

Scendiamo solo al reutaplaz. Fede appoggione, io eskimo, Paolo pennella

andiamo giù e sbarchiamo per visionare l’ultimo passaggio: oggi non c’è più l’indecisione. Lo faccamo bene tutti e tre, sbarchiamo. (1.45h)

Recuperiamo Cristina e Barbara che hanno avuto una difficoltà inaudita nel trovare un bar dove mangiare a Cogne e andiamo a farci un panino.

Si decide di andare a ronfare da qualche parte, troviamo un bel posto vicino all’imbarco del fiume. c’è chi dorme e chi legge, io faccio le prove generali per il mini-kayak per omini lego [coming soon…]

Dopo merenda (risotto zucca e formaggio) alle 18 decidiamo di dirigerci verso casa, weekend finito.

 

Resoconto del viaggio: una stecca in più, posto della madonna e scorticata per pagare l’autostrada: 31 euro Novara est-Aosta, tariffa dimezzata se si esce a Quincinetto (al ritorno noi abbiamo preso qui l’autostrada).

 

 

-Carlo Gatti[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row type=”in_container” full_screen_row_position=”middle” scene_position=”center” text_color=”dark” text_align=”left” overlay_strength=”0.3″][vc_column column_padding=”no-extra-padding” column_padding_position=”all” background_color_opacity=”1″ background_hover_color_opacity=”1″ column_shadow=”none” width=”1/1″ tablet_text_alignment=”default” phone_text_alignment=”default” column_border_width=”none” column_border_style=”solid”][nectar_video_lightbox link_style=”play_button_2″ nectar_play_button_color=”Default-Accent-Color” image_url=”9336″ hover_effect=”defaut” box_shadow=”none” video_url=”https://www.youtube.com/watch?v=Z75lx2fY3S4″][/vc_column][/vc_row]