Il mio grosso grasso Mastallone primaverile
E’ inutile negarlo. Non è il mio momento di massima forma fisica.
Un po’ di vicissitudini ospedaliere e fratture varie nei momenti meno opportuni hanno rallentato molto la mia attività canoistica degli ultimi anni, e la curva del benessere a livello addominale è in costante crescita.
Con questi presupposti, la prima Valsesiana della stagione è sicuramente fonte di una certa ansia, ma se tutto fila come deve, anche di grandi soddisfazioni.
L’appuntamento con Fede Ciulu e Luca il Valbrembano è domenica mattina alle 10. Contrariamente alle previsioni, sembra che ci sia acqua sul Mastallone. Possibile? La sera prima le previsioni davano un medio basso generale, ma l’idrometro di Ponte Folle pare abbia avuto una impennata mattutina.
Ci fermiamo a Varallo a dare un’occhiata alla S del Tedesco. Urca!! E’ proprio vero!! Un Mastallone grosso e grasso così non lo vedevo da anni. Una vera meraviglia. Livello alto, ma non così tanto da cancellare morte e laghetti. Insomma…… perfetto!!!
E poi grasso io, grasso lui…. Chi si assomiglia si piglia!
Decidiamo di fare il tratto classico, con questo fantastico livello sarebbe un peccato non fare anche la sezione a monte della gola con il Frullatore. Nella gola ci fermiamo a dare un’occhiata giù. Tutto ok, anche il candeliere, visto da su, sembra innocuo.
All’imbarco ci accorgiamo di non essere soli. C’è il gruppetto Alpine Spirit con Davidino, Elena e soci, i genovesi Paolo e Giuliano…. Dopo un po’ arriva anche Fabio Corvino, poi i Brianza tourers, poi i turbighesi, pavesi, milanesi, bresciani… anche la Svizzera è rappresentata dalla simpatica Milca. Insomma, un vero e proprio raduno!!! E chi l’avrebbe detto. Più di 30 canoisti.
Dopo la foto di gruppo per il Comitato a difesa della Val Mastallone, a cui si sono uniti 2 pescatori , ci imbarchiamo.
Gustosissime le prime rapide di riscaldamento, e poi è subito frullatore. Primo esame della stagione per me. Passato bene, non un 30 e lode, ma un 22 direi … lo accetto! Anche Luca non ha problemi. Fede invece si fa pizzicare nell’ultima banana e paga con un eskimo il biglietto ridotto. Giusto così, una discesa come questa non si può pretendere che sia gratis.
Da lì all’ingresso in gola non ricordavo più le rapide, erano anni che non scendevo quel tratto. Veramente BELLE!! Ondoni, buchetti, grossi massi da aggirare, alcune lunghe, tutte impegnative ma costellate di morte che consentono soste per riprendere fiato (preziosissime alla mia veneranda età) e per visionare bene il percorso a valle. Mi chiedo perché mai le ultime volte ci si sia imbarcati alla gola.
Arriviamo al massacrante trasbordo dell’ingresso gola. Proprio impraticabile. Una gran parte di acqua finisce nel sifone, ed il pentolone sotto gira minaccioso. Tanto minaccioso, che non sappiamo neppure come fare a reimbarcarsi. Oltretutto il sasso-scivolo normalmente utilizzato è diventato parte integrante della rapida a monte. Per fortuna c’è un’ottima opzione-svizzero che consente l’imbarco a valle del pentolone e così si riparte.
Ed è qui che ci si rende ben conto di quale sia la differenza tra una rapida visionata da 50 metri d’altezza e la stessa rapida vista a livello dell’acqua. Mizze!!!!! Per fortuna che il candeliere sembrava innocuo!!
Tutto comunque fila liscio, grazie anche all’esperienza che supplisce laddove tecnica e forma fisica fanno cilecca.
Fuori dalla gola un sospiro di sollievo. La parte più difficile è andata, ora tutto sarà più facile. Seeeeeeee………. Le ultime parole famose!!!
Il tratto a valle, normalmente un rilassante 3° grado, presenta ancora ondoni e buchi a gogò. Con questo livello ha cambiato faccia! Arrivati a Ponte Folle tutto si spiega: l’idrometro indica 85. Wow!!!
Faccio per sbarcare alla chiesina, dove abbiamo lasciato l’auto, quando Fede propone di continuare fino alla S del Tedesco e poi tornare su a piedi. Non me lo faccio ripetere due volte. Anche i passaggi a valle sono tutt’altro che banali. Una vera goduria fino all’ultima rapida.
Alla S del Tedesco scendiamo ad osservare. Ammutoliti. Wow! Che spettacolo! Io lo guardo da fuori!
Vedo che Marco Merini si mette in sicura…. C’è qualcuno che lo fa? Sì, Luca! Luca??? Il nostro Luca, il ValBrembano?? Sì… lui!
Ok, anche io e Fede ci sistemiamo in sicura. Luca parte, all’ingresso qualcosa va storto, si mette in retro, fa il passaggio in retro e resta parcheggiato nel ritorno sotto…. Ci prepariamo all’intervento, ma Luca riesce a spostarsi sulla sinistra dove c’è corrente in uscita e si sgancia. Bravo! Ma lui non è soddisfatto. Prende la sua canoa e la rifà, questa volta perfetta. Chapeau!
Seguono Marcello e Andreino, che la eseguono perfettamente. Grandi canoisti.
Quando tutto sembra finito e ci avviamo a recuperare l’auto, Luca ci delizia con un numero finale. Per fare meno fatica mette la canoa nel canale che porta l’acqua alla centralina elettrica. Io gli parlo, lui si distrae, e la canoa si rovescia riempiendosi d’acqua. Cerca di tirarla fuori, ma la cordina si spezza, e la canoa prosegue imperterrita verso la centralina. La ritroverà sulla griglia, ultimo baluardo prima della turbina!
Grande giornata. E’ vero, c’è sempre un po’ di ansia ad ogni prima stagionale Valsesiana, ma alla fine della giornata ci sono anche grandissime soddisfazioni. Grazie Mastallone!!!!