È sabato 29 maggio, dopo una breve e precisa organizzazione di Roberto si parte alla volta del Lago Mezzola. Partecipanti: Robi, Manu, Sergio, Federica e Chiara.
La giornata inizia storica, dopo un’oretta dalla partenza Robi sente il bisogno impellente di una sosta per LAVARE I DENTI (l’igiene è importante, anche per un maschio canoista in trasferta). La cosa non sarebbe nemmeno così eclatante se non fosse per l’uso della crema delle mani al posto del dentifricio. Non ci lasciamo impressionare e continuiamo, vogliamo credere che sia stato fatto apposta per ambire al premio “mito dell’anno 2021”. Beh Robi, puoi fare di meglio, crediamo tutti in te!
Ci imbarchiamo a Dascio, il sole è timido ma il clima è perfetto e l’acqua fantastica. Dopo qualche km in giro per il lago la foglia destra della pagaia di Manu si dematerializza perdendosi in tempo zero nel vuoto cosmico delle acque lacustri. Per fortuna abbiamo con noi Sergio che prontamente tira fuori una pagaia di scorta. Proseguiamo risalendo il fiume Mera, fino all’ora di pranzo. Ci fermiamo nei pressi dell’oratorio San Fedelino, un grazioso tempietto eretto a cavallo del X-XI secolo (questo l’ho preso da Wikipedia, lo ammetto). Bello ma manca di fiammiferi per accendere il fornello da campo per il caffè, “sapevatelo”.
Dopo la ripartenza pagaiamo lato falesie a picco sul lago fino a fermarci nei pressi di una bellissima cascata con falesia annessa. Prima arrampicata per Manu e Sergio che se la cavano alla grande. Tutti vivi. Concludiamo la giornata con un po’di canneto ma restiamo all’esterno senza esagerare per non disturbare i proprietari di casa.
In generale la macro-fauna resta piuttosto timida avvistati folaghe, cormorani in volo e “all’asciugatura”, una moretta, germani reali ed in lontananza qualche svasso. Immancabili i soliti cigni mordaci che nonostante talvolta facessero un po’i fenomeni sono stati prontamente circumnavigati con agilissima scioltezza. Rettili e anfibi non pervenuti ma effettivamente si faceva un po’casino. Il canneto è dominato principalmente dalla Cannuccia di palude un habitat perfetto per nascondersi durante la cova, per questo motivo non proseguiamo all’interno. Bellissime e ad inizio fioritura le ninfee bianche. Rigogliosa e affascinante come sempre la flora rupicola che sfrutta anfratti e piccole porzioni di suolo per crescere sulle falesie a picco sul lago. Nelle zone più chiuse abbondanti gli appezzamenti di felci e muschi la fanno da padrona. Al sole, tra le altre, esili ma resistenti specie arboree (tra gli altri noto salici e querce), crescono nonostante la pendenza. I licheni invece, manco a dirlo, se la dominano ovunque, che ganzi <3.
Totale: 12km percorsi
Caduti della giornata: un Gri-Gri, un Tupperware, una borraccia molto molto bella, un tocco di pagaia. Stranamente il partecipante con più perdite si rivela essere Chiara che si riconferma una degna nipote adottiva di “zio Robi” (che in questo frangente non è una bella cosa, lo so)