Raduno CCN 2022

dal nostro inviato Fox57:

Sabato 17 settembre 2022, giorno di festa per il CCN, giorno di festeggiamenti per i suoi soci, giorno di gradevole impegno per me che dovrei essere in sede per le ore nove, l’orario del ritrovo dei soci per il primo appuntamento giornaliero, la FAKE RACE, dapprima chiamata la CCNiade del club, ma bisogna adeguarsi ai tempi, l’inglesismo è d’obbligo, comunque sono le 9,22 e io sono in ritardo. Imbocco lo sterrato per la sede e m’auguro che nessuno si sia accorto del mio ritardo e me lo faccia notare, per me la puntualità è essenziale ed ho toppato! Passo iN ponte presso la sede ma, cazzarola, ci sono quattro gatti, anzi no, mancano anche i Gatti, padre e figlio. All’appello ci sono solo una decina di soci, me compreso. Restiamo in attesa dei ritardatari, arriva Piero, il tempo passa e, all’orizzonte, non spunta nessuno. Come di consueto ed in tutte le occasioni ci sono i soliti che, senza avvisare, danno buca e noi li, come bamba, ad attendere. Basta, chi c’è, c’è diamo via ai giochi, alla fake race 2022. Sorteggio squadre, si formano ben TRE squadre composte da ben TRE atleti… forse atleti è troppo per i soci presenti, diciamo “diversamente atleti”, a parte Nicholas Matteo  e Simone che rientrano nella categoria under 30, gli altri sono validi esponenti del geronto kayak.

La gara, studiata al tavolino per impavidi giovincelli declina, visti i gareggianti odierni, a prova di resistenza fisica con probabili e possibili attacchi di cuore, infarti ed ictus, fortuna che tra i presenti c’è il nostro doc per un primo pronto soccorso, se qualora l’imprevisto capitasse a lui si spera nell’aiuto dell’Altissimo. Per la prossima stagione proporrò al direttivo l’affitto di un defibrillatore, non si sa mai. Dunque la gara che si sviluppa cosi: lancio della corda ad un bersaglio che da il via alla corsa vera e propria, kayak in spalla fino all’imbarco, recupero pagaie e discesa, dopo il tocco alle paline delle porte del campo, dei tre garisti, uno dei quali dovrà pagaiare con le mani. Allo sbarco due kayak in spalla di corsa sino alla sede ed il terzo elemento risalita a colpi di pagaia per poi sbarcare e raggiungere i suoi soci alla sede dove, completata la prova, verrà assegnato il punteggio da parte del sommo giudice di porta rappresentato nella persona dell’integerrimo, senza pietà e incorruttibile  Luigi.

Gara partita, l’adrenalina pompa e i muscoli frementi esplodono di maschia potenza…

( correggo) Gara partita, l’adrenalina mhmmm… così così ed i muscoli son quelli che sono e di maschia potenza presenza di solo meri ricordi, oggi ci si accontenta. La corsa è sostituita da una pesante camminata, manco tanto veloce, la pagaiata non è vibrante, è accettabile, il rientro in sede non è una vera corsa contro il tempo, piuttosto una corsa verso la corsia ospitale, denunciata dai visi dei poveri ma grandi vecchietti che hanno accettato la sfida, esempio per tutti quelli, molto più giovani, che non hanno risposto alla chiamata.

Una classifica finale c’è, ma non importa, oggi non ci sono ne vincitori ne vinti. Solo amici.

Ed ora aspettiamo il secondo appuntamento in calendario, la ticinata. Ritrovo per tutti alle 14 in sede. Seeeee!!!! alle 14 s’è già in parecchi, già belli che pronti, ma si resta in attesa dei ritardatari.

A ritardatari arrivati ora tocca un supplemento di tempo e pazienza per i ritardatari sui ritardi.

Tempo finito e pazienza esaurita, tutti in auto e alla via per l’imbarco ad Oleggio.

Una trentina di kayak in acqua più una canadese, tanto sole che batte sui caschi dei soci, un Ticino con non troppa acqua, un po’ di vento rompiballe per una tranquilla e placida discesa priva di pericoli ed insidie, un pochettino noiosetta, al vero, anche questo oggi ci sta e s’accetta.

Sbarco in perfetto orario, recupero mezzi e ora in attesa per il terzo appuntamento giornaliero, la grigliata.

Claudio, the doc, mentre tutti gli altri sbattevano la pagaia in acqua nel caldo meriggio, lui era alle griglie, fuochista insigne approntante le braci per la cottura delle carni. La gente incomincia a popolare la sede esterna del club, la calca scombinata vagheggia e bivacca sul sito ponendo ostacolo al regolare svolgimento delle mansioni previste, uno stizzito Danilo, depositario del ruolo di esattore gabelle richiama il volgo all’esborso del pattuito, ma al sollecito orecchio di mercante padroneggia. Lo stappo di varie bottiglie di birra e vino fan da prologo al baccanale imminente, i gargarozzi incominciano a tracannare le bevande offerte.

Lo sfrigolio della carne, posata in griglia, trasudante il grasso e emanante il tipico olezzo di barbecue ammorba l’area della nostra sede, impregna le vesti e penetra le narici dei presenti, solleticando il palato degli astanti ed il languore bagna la lingua rendendo l’attesa del morso bramosa.

Claudio fa del suo meglio, Karim l’affianca prendendo posto alla griglia delle salamelle mentre al taglio verdure ci sono le gentili compagne di vita di alcuni soci.

Cala la sera e con essa lo scuro, le prime pinte di birra con alcune bottiglie di vino hanno esaurito la loro essenza, i piatti e le forchette non hanno ancora adempito al loro scopo, la sangria versata allenta la tensione dell’attesa.

Un grido “grigliata pronta!”. I rebbi delle forchette infilzano costine e salamelle e le fauci incominciano l loro concerto, il verbo lascia il posto al rumoroso silenzio delle mandibole impegnate, birra e vino incominciano a scorrere come torrente di montagna. Dita unte agguantano tocchi di pane, il ritorno al primordiale essere dell’essere animale aleggia nel campo. Le teglie, prima tracimanti di cibarie, hanno sul loro piano solo i rimasugli carbonizzati ed immangiabili di poche costine, ma, bocche mai sazie, agguantano il carbone e se lo mangiano. Si passa dal salato al dolce senza interruzione, anzi penso che qualcuno accompagni le ultime salamelle con un taglio di crostata alle fragole. I vetri vuoti delle svariate bottiglie posate sul tavolo stanno sovrastando l’ambiente, bisogna fare spazio. La cena è finita, tutto il mangiabile è stato mangiato, tutto il bevibile continua ad essere bevuto. Il vociare ha ripreso immediatamente il suo posto, biascicati interventi a supporto di strampalati discorsi viaggiano confondendosi gli uni con gli altri, discussi elaborati e mirabolanti cazzate si sovrappongono senza continuità trasformando l’oratorio in una inconsapevole babele e all’orecchio del ricevente la fatica del distinguere o seguire il filo di un discorso rende difficile il comprendere.

Il tempo scorre come il bere del gruppo, all’interno del nostro grande gazebo intanto Massimo espone le sue opere, le caricature dei soci del CCN, non tutti, ovviamente, ma tanti di noi destramente immortalati dal mastro del gesso colorato sul cartoncino. La sua maestria ha reso un disegno caricaturale quasi espressione vivente del ritratto, esalta ed enfatizza certi angoli espressivi che manco il soggetto sa d’avere, bravo l’artista e molto apprezzata la sua carrellata espositiva.

Guardo l’ora, è giunto il momento che rientri a casa, onde evitare la consorte in stato di guerra.

Lascio la compagnia che continua la nottata tra canti, balli e bevute.

Anche quest’anno la festa ha lasciato chiari scuri da riprendere e valutare da parte della dirigenza del club, anche quest’anno tanti di noi si sono sbattuti per rendere possibile la festa ed anche quest’anno tanti di noi hanno “declinato” l’invito della società, ma va bene così, sarebbe peggio se la festa conviviale del club venisse tralasciata, come recita un vecchio adagio novarese “ MEI POC CHE GNENT! ” la traduzione vien da se.

CIAO

Fox57