Il racconto Fox…tografico

IO C’ERO!

Breve racconto dedicato a chi non era presente. 18 settembre ’21, Fake Race, goliardica garetta di produzione Canoa Club Novara, un valido motivo per festeggiare. Dopo un lungo, interminabile e sfiancante periodo nero passato tra isolamento e paure, ogni momento d’aggregazione vale! Dalla festa della patata alla sagra della zucchina, dal raduno degli alpini al convegno degli scapoli. Noi il F.R.2021. Tralascio dettagli ante evento, plauso a chi ha ideato, studiato e organizzato.

Io c’ero, pronto con la mia reflex a fermare l’istante, memorizzare l’emozione, immortalare vittoria o sconfitta. Nove di mattina, sul posto una dozzina di persone. Appuntamento per il consiglio di gara fissato alle nove e trenta, chi c’è, c’è. Al tocco sono pronti una ventina di soci, per darsi aspra battaglia alla faccia di De Coubertain. Paolo incomincia col sorteggio squadre, sorteggio che tiene conto dei vari livelli di preparazione e tecnica degli iscritti… a no, scusate, sorteggio alla chi t’arriva ti pigli! Legalizzato il lotto partenti si formano sei squadre di tre elementi ciascuna, non propriamente bilanciate, fa istess. Tempo di delucidazione: Fake Race, come si deve gareggiare, quante e quali le prove; Paolo istruisce del come giocare, gara divisa in più momenti, abilità, pratica, ludica, tecnica, muscolare e alcolica. I visi dei gareggianti si vestono di maschere perse in meandri d’assoluta capacità di comprensione, fossero fumetti, apparirebbero sui loro capi tanti punti di ????? Ma chi si osa a contraddire il mentore, chi vuol passare per il duro di comprendonio del gruppo, chi, con piglio eroico, punterà in alto il dito per interrompere il sudato Cicerone nella sua discernita per fargli ripetere ciò che ha finora sciorinato? Ma è d’uopo, timidamente dal mezzo del gruppo, semi nascosto, taluno accenna un flebile “ non ho capito! ” Paolo pronuncia un veloce sunto, mentre perle di sudore grondano dalla fronte solo fermate, in parte, da corrugate sopracciglia. La gara è questa: prova d’abilità, vestire le sacre vesti neopreniche del kajaker  quindi sciogliere i kayak dai nodi in cui son strette, corsa all’imbarco, risalita al ponte e cambio di pagaia in corrente. Discesa con passaggio in porta e campanella da far suonare, passaggio della pagaia in anello in sospensione  e poi prova tecnica, traghetto senza ausilio di pagaia di un giocatore, il suo compare al lancio di corda, prima recupero mezzo e poi recupero uomo, nuova prova muscolare con veloce pagaiata sino al primo sbarco e poi, kayak in spalla, corsa fino alla sede dove attende l’ultima prova, l’alcolica, bevuta di squadra di una birra, opportunamente equipaggiata da Ciro, una “leggerissima” doppio malto ambrata di otto gradi, spessa come la pece. Si hai capito, bene, se no, come prima, fa istess! Via! Le gare partono, le squadre ingaggiano, i giocatori destreggiano. Le prove, in parte, mettono a dura prova i protagonisti, almeno alcuni. Le prime tre vanno via lisce ma alla prova tecnica, Il lancio della corda, il disastro. Sperate, amici soci, di non avere mai bisogno di una corda lanciata in acqua bianca da alcuni dei nostri atleti, per loro la disfatta di Napoleone a Waterloo è una bazzecola, e, citazione da un famoso film la stra-usata  frase “ ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi!” lanci alla Sperandio e alla carlona, corde aggrovigliate e corde lanciate nella terra di nessuno, ma la sublimazione del gesto tecnico spetta ad uno solo, non detto il suo nome, abbia lui il coraggio di citarsi; egli lancia la corda che, con arco parabolico, si adagia alla fin della corsa sul filo di sostegno delle porte del campo slalom, infelice il recupero egli opta pel lancio del secondo cordame  la quale copia in toto la parabola della prima ed anch’essa si posa al pari della sua omonima, come bucato steso al sole! Doveroso cambio del miserrimo lanciatore, posto a pubblico ludibrio seduta stante. I contendenti la finale continuano le gare fino a conclusione qualifiche. Tra tutte le prove proposte, inaspettatamente, la più difficile d’approcciare è stata quella alcoolica, inconsueto per i mastri birrai che magnificano il club ma spiegabile per il momento della prova, a rimorchio della corsa con kayak in groppa; la voglia dei polmoni d’aria nuova, la birra spessa come melassa, la lingua incollata al palato hanno reso esilarante, per gli spettatori, la prova, buffe smorfie dai volti provati sortivano altrettanti volti gonfi da euforiche risa canzonanti i deleritti. Accedono alla finale quattro squadre che si contendono il titolo di primi campioni con una vigorosa pagaiata di gruppo, dapprima discendendo il canale fino al primo ponte e poi risalendo fino al traguardo. Il canapo cala e le pagaie nervosamente affondano un po’ in acqua ed un po’ nei molli fianchi dei vicini avversari, l’adrenalina mitiga il dolore ed i kayak filano veloci. La discesa è rapida e il gruppo stretto, stessa cosa non può dirsi della risalita che vede il gruppo allungato e sgranato, i primi arrivati possono tranquillamente riprendersi dalle fatiche in attesa che gli ultimi taglino il traguardo. Fine. Il team vincitore viene cinto d’alloro, acclamato e premiato, non si rosica da parte dei perdenti, è stato tutto solo puro divertimento!

Al pomeriggio il gruppo dei gareggianti è rimpolpato considerevolmente per la programmata discesa del Ticino. Posso solo dirvi, non avendovi preso parte, che in acqua v’erano circa trenta kayak, le foto vi delucideranno di come è stata. Tardo pomeriggio che volge alla sera, s’approssima  un’apericena senza troppe pretese, ognuno si mangia in portato, ma sotto il gazebo all’improvviso l’apericena si trasforma in cena vera e propria. Le pietanze ed i piatti approntati abbondano senza l’ausilio di celesti parte terze che ben sanno di moltiplicazione di pane e di pesci. La cena, in tarda serata evolve in un chiassoso lite rave party il quale, ben presto, si trasmuta in una gioiosa sagra campestre coi suoi classici, canti balli e allegria. Ultima bravata mentre sono presente, il bagno nel naviglio di alcuni trepidi ragazzi in veste adamitica. Notte, abbandono la compagnia verso le ventitrè, gli amici continueranno sino a che un barlume di ragione o la sfiancante giornata non li consegnerà al sonno del giusto. Che riassumere della serata, tanto ma scrivo: la perfetta disorganizzata organizzazione, la fantastica trota fritta, le enormi pizze, la fresca Sangria, gli storici video CCN sempre belli, la sede del club sempre più luogo di ritrovo, il club stesso ma, soprattutto, tutti gli amici presenti, per cui posso dire IO C’ERO!

                                                                                                                                                     FOX57